lunedì 30 luglio 2007

pronti?

Se siete pronti, potremmo cominciare a discutere Harry Potter and the Deathly Hallows. O preferite aspettare ancora un poco?

giovedì 26 luglio 2007

indice (spoiler)

Qualche giorno prima dell'uscita del libro era trapelato l'indice dei capitoli, che Martuccia aveva già proposto in un commento. Poco dopo era apparsa una seconda lista, anch'essa riportata in un commento. Per evitare di perdere tempo, avevo rimosso entrambe le liste, Ora sappiamo con certezza che la prima era autentica.

Ormai possiamo ripubblicarla. Com'è ovvio, i titoli dei capitoli sono pensati per poter essere letti prima del loro contenuto: non penso perciò che la loro pubblicazione alteri l'esperienza della lettura, Chi, nonostante tutto, preferisse rimanere all'oscuro, farebbe meglio a non proseguire la lettura del presente post.

Hai deciso di proseguire? Sicuro?

Ecco la traduzione dei titoli che ci proponeva Martuccia:

1) L'ascesa del Signore Oscuro
2) In memoriam
3) La partenza dei Dursley
4) I sette Potter
5) Guerriero caduto
6) Lo spettro in pigiama
7) Il testamento di Albus Silente
8) Il matrimonio
9) Un nascondiglio
10) Il racconto di Kreacher
11) La bustarella
12) Magia è Potere
13) La Commissione per la Registrazione dei Figli di Babbani
14) Il ladro
15) La vendetta dei Goblin
16) Godric's Hollow
17) Il segreto di Bathilda
18) Vita e bugie di Albus Silente
19) La cerva d'argento
20) Xenophilius Lovegood
21) La storia dei tre fratelli
22) I Deathly Hallows [le reliquie della morte]
23) Il maniero dei Malfoy
24) Il costruttore di bacchette magiche
25) Shell Cottage [nome di una casa, probabilmente; shell vuol dire conchiglia]
26) Gringotts
27) L'ultimo nascondiglio
28) Lo specchio mancante
29) Il diadema perduto
30) Il licenziamento di Severus Piton
31) La battaglia di Hogwarts
32) La bacchetta più anziana
33) Il racconto del Principe
34) La Foresta, di nuovo
35) King's Cross
36) L'errore nel piano
Epilogo: diciannove anni dopo

Attenzione agli spoiler: ora ripubblico lo stesso commento che avevo proposto appena letto l'indice.

Certo, una lista di titoli di capitoli può rivelare molto. A volte è successo: quando nel 6° ho letto "la tomba bianca", ho subito pensato che fosse la tomba di Silente. Ma mi aspettavo già che morisse prima del 7°, per cui non è stata una sorpresa: piuttosto, era l'ultimo momento utile per farlo.

Provo allora una prima analisi. Ciò vuol dire che confronterò i titoli con le ricostruzioni già proposte. Non dirò cose nuove, ma potrebbero esserci conferme.

Attenzione, questo può rovinare la lettura. Sicuro di voler proseguire? Prosegui tuo rischio e pericolo...

Ci sono due capitoli che parlano di un "racconto". Ciò vuol dire che viene raccontato qualcosa che era successo prima e che non si sapeva, oppure che fatti già noti vengono presentati in una nuova prospettiva.
Nel capitolo 10, il racconto di Kreacher, vedo l'occasione in cui Kreacher potrebbe raccontare come è penetrato nella grotta con Regulus A. Black. Di conseguenza, direi che il nascondiglio del capitolo 9 dovrebbe essere casa Black, dove i nostri si rifugiano. E dopo il 9 dovrebbero cercare il vero medaglione.
Nel capitolo 33, il racconto del principe, vedo l'occasione in cui Harry verrà a sapere da Piton la verità, cioè che ha ucciso Silente per obbedire ai suoi ordini.
I capitoli 24 e 32 mi sembrano collegati al tentativo di Voldemort di superare l'ostacolo della prior incantatio, per uccidere Harry.

Fine del vecchio commento. Chissà se oggi scriverei le stesse cose...

novissima inimica

“L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte”: parole lapidarie. Se le leggessi, ne resterei colpito, anche se non sapessi che sono una citazione. Certo, se lo sapessi, le capirei meglio.
Novissima autem inimica destruetur mors. Chi l’ha detto?

sabato 21 luglio 2007

vigilia

Ieri un lettore scriveva che ci siamo divertiti a sorprenderci a vicenda con le nostre congetture. A ben vedere, questo è il bello del dialogo fra persone vive: non si può prevedere tutto quello che l’interlocutore dirà. Si leggono idee nuove, oppure si scoprono risonanze impensate di cose già note. Ognuno riversa nel dialogo qualcosa di sé, del suo mondo interiore, e tutti ne veniamo arricchiti. Perciò ringrazio tutti, e spero che possiamo continuare la nostra conversazione.
Da domani avremo The Deathly Hallows. Fino al 29 non scriverò nulla sulla trama del libro: chi volesse visitare il blog, può farlo tranquillamente.
Invece penso che pubblicherò alcuni pensieri sull’indice dei capitoli. Penso che far questo non danneggi la lettura, perché l'indice dei capitoli è pensato dall'autrice in modo tale che possa essere letto prima del racconto. Perciò dev'essere scritto in modo tale da non recare danno.
Alcune lettrici avevano già riportato nei commenti le due versioni che circolano su internet. Avevo proposto qualche pensiero sulla prima, ma poi ne era apparsa una seconda e ho deciso di aspettare di avere la versione definitiva. Devo dire che, fra i due indici, mi sembra più probabile che sia autentico quello che contiene un capitolo intitolato: Vita e bugie di Albus Silente. La ragione è che un falsario non potrebbe permettersi di dare del bugiardo a Silente; solo l’autrice potrebbe osare tanto. La prima impressione che ne trae il lettore è di una sconfessione di Silente; ma non mi sorprenderei se la stessa autrice, nel corpo del racconto, si divertisse a smentire l’impressione suscitata dal titolo. Staremo a vedere!
Dopo il 29 indicherò nel titolo se il testo contiene “spoiler”. La maggior parte dei post conterrà la verifica delle teorie man mano avanzate. Tuttavia, avrò cura di pubblicare qualche messaggio privo di “spoiler”, in modo da non tagliare fuori del tutto chi stesse ancora leggendo il libro.

giovedì 19 luglio 2007

avviso di sospensione

Come annunciato, a partire da sabato sospenderò le pubblicazioni, per consentire la lettura di Hp and the Deathly Hallows.
Può darsi che domani e dopo non sia in grado di accedere alla rete.
Buona lettura!

vaccinazione contro gli “spoiler”

Man mano che si avvicinava la pubblicazione di Harry Potter and the Deathly Hallows, la rete ha ospitato successive fughe di notizie. Prima ci hanno detto che sarebbe morto Harry, poi che sarebbe morta Hermione, poi... Fermiamoci: che cosa restava da dire? Che sarebbe morto Ron, poi che non sarebbe morto nessuno del trio. Direi che così abbiamo esaurito le possibilità. Ma perché questa ricerca spasmodica? Si potrebbe spiegarla con la passione collettiva.
Noi invece che cosa abbiamo fatto? Abbiamo condiviso la passione, ma anziché proiettarci alla ricerca di novità, abbiamo esaminato i libri già pubblicati, rileggendoli se necessario. Di recente mi sono riletto il capitolo “the Cave” (la grotta) nel Principe Mezzosangue, e mi sono molto divertito a trovarvi cose che mi erano sfuggite alla prima lettura.
Penso che, se abbiamo condiviso questa ricerca, ci siamo vaccinati contro gli “spoiler”. Viene chiamato “spoiler” tutto ciò che “rovina” la fruizione di un'opera d'arte, libro o film che sia. Ma davvero ci possono rovinare la lettura di un libro? Potrebbero farlo, se il godimento si limitasse a sapere come va a finire. Se cioè non vi fosse nulla al di là della sorpresa. Davvero è così? Se fosse così, non leggeremmo mai due volte un libro, né vedremmo due volte un film. Non nego che vi siano lettori che leggono i libri una volta soltanto. Personalmente, se un libro mi piace, lo leggo sempre almeno due volte, talora anche tre volte. E traggo dalle letture successive un piacere specifico. Non ho più la sorpresa, è vero, ma guadagno in profondità. Evito la seconda lettura soltanto se il libro non mi è piaciuto, se cioè non mi ha soddisfatto neppure nella prima lettura.
Mi viene da pensare al modo in cui godiamo altre opere d'arte. La musica mi sembra un ottimo esempio. Quante volte ascoltiamo lo stesso brano musicale? Se lo ascoltiamo una volta soltanto, vuol dire che non ci è piaciuto. Se ci è piaciuto, ne ripetiamo l'ascolto. Ci familiarizziamo con alcuni passaggi, che diventano i nostri preferiti. E siamo convinti che la ripetizione dell'ascolto sia parte integrante dell'esperienza artistica.
Suggerisco che lo stesso criterio si possa applicare anche alla lettura. Ovviamente, occorre qualche adattamento: una cosa è ascoltare un brano della durata di 3 minuti, un'altra leggere un libro di 700 pagine. La maggiore durata rende più impegnativa la ripetizione. E tuttavia, la maggiore durata dei film non impedisce agli appassionati di vederli ripetutamente. E allora la durata non è un ostacolo, anzi: i casi di via col vento, di Titanic e del Signore degli Anelli sono eloquenti. Film di durata superiore alle tre ore sono stati visti e rivisti. Evidentemente lo spettatore continuava a ricevere qualcosa. Non importava più sapere come andava a finire. Importava il modo in cui si arrivava alla conclusione. E alcuni episodi salienti diventavano in certo modo eterni. Mentre scrivo penso all'arrivo dei Rohirrim sui campi del Pelennor sotto il sole che sorge, al suono dei corni, alla carica dei cavalieri. Forse che rivedo la scena per sapere come va a finire? Evidentemente no: ciò prova che l'esperienza artistica non viene compromessa dalla ripetizione. Anzi, considero artistica l'opera che mi consente di ritornare a fruirla con rinnovato piacere. Quando guardiamo un film o ascoltiamo musica, tutti ci rendiamo conto che l'esperienza artistica si può ripetere.
Questo non vuol dire che non occorra certo addestramento per essere in grado di godere una seconda e una terza volta di un'opera d'arte. Chi non distingue una nota dall'altra può godere della musica meno di chi ha un po' di orecchio. Chi padroneggia la notazione musicale può godere della musica più di chi non la conosce. Il caso limite è quello di Beethoven, che ha finito di scrivere la nona sinfonia quand'era ormai sordo. La musica era ormai dentro di lui.
Perché ciò non dovrebbe valere anche per la letteratura? Non dovrebbe essere possibile un addestramento alla lettura, che ci conduca a godere in modo più compiuto dell'opera letteraria?
Purtroppo, abbiamo fatto brutte esperienze, che ora ci ostacolano. Anni di scuola ci hanno convinto che lo studio della letteratura è fonte di noia. Ma che cosa dimostra una cattiva esperienza fatta a scuola? Dimostra che la letteratura è noiosa, o dimostra che c'è qualcosa di sbagliato nel modo in cui ce l'hanno fatta studiare? Ci hanno fatto imparare a memoria storie della letteratura che parlano di opere che non aprivamo neppure. Se poi le abbiamo aperte, ce la hanno propinate in antologia.
Proviamo a pensare come verrà trattato Harry Potter nelle storie della letteratura. Per anni diranno che non ha valore letterario. Poi fingeranno di arrendersi, e gli faranno posto in un'antologia scolastica. Vi leggeremo un riassunto della trama, una specie di elenco di spoiler, e poi magari una scena di Quidditch. Ma a noi la partita di Quidditch importa perché c'importa di Harry, perché vogliamo che sia felice, perché c'importa di Ron, perché c'importa di Ginny. E ci importa di loro perché li abbiamo seguiti anno dopo anno, leggendo i libri interi.
Non vi sembra che alcuni libri di scuola trattino le opere letterarie come i diffusori di spoiler trattano Harry Potter? Gli uni e gli altri restano completamente estranei all'esperienza artistica.
Come possiamo rispondere? Direi che possiamo addestrarci a godere di un'opera letteraria. Innanzitutto leggendola, poi ritornandoci su, formulando domande e dibattendo le risposte. Non perché costretti, ma per la nostra gioia. Si tratta di una gioia complessa e profonda, che accompagna la lettura e la rilettura.
La nostra gioia non diminuisce, se viene condivisa. Non si taglia come una torta, di cui ognuno mangia una fettina soltanto. La fruizione dell'arte si può condividere: quando altri apprezzano la musica che piace a noi, la gioia aumenta.
Anche noi abbiamo condiviso un'esperienza artistica. La condivisione ci ha dato qualcosa che nessuno “spoiler” ci può portare via.

mercoledì 18 luglio 2007

Piton, trama e carattere

Nel diario che vi ho presentato mi sono servito di alcune fonti. Una di esse è Aristotele, che nella Poetica ha messo a punto alcuni utilissimi strumenti per analizzare i racconti. Tant'è così, che i manuali di sceneggiatura usati a Hollywood ripropongono un Aristotele in pillole.
Ebbene, Aristotele dice che un racconto è costituito da diversi elementi. I primi quattro sono la trama delle azioni, i caratteri, il messaggio, il linguaggio. Di questi, secondo Aristotele il più importante è la trama. Se non c'è azione non c'è storia. E il racconto consiste nel presentare azioni concatenate fra loro. Chiamiamo trama la concatenazione delle azioni.
Dalle interviste della Rowling si ricava che l'autrice, come Aristotele, attribuisce il primato alla trama. Questo ci ha fornito il principale strumento di analisi: siamo partiti dal presupposto che le azioni sono concatenate. Quando la Rowling racconta qualcosa, c'è un motivo. Quanto viene raccontato servirà a spiegare le azioni precedenti o quelle successive.
Il secondo elemento del racconto, secondo Aristotele, sono i caratteri. Attraverso le azioni compiute, si rivela qualcosa dell'indole di chi le compie. In qualche modo, si risale il fiume fino alla sorgente. Una persona riversa qualcosa di sé nelle sue azioni. Possiamo perciò sapere qualcosa di un personaggio da ciò che fa. Attenzione però: chi agisce mostra qualcosa di sé, ma non tutto. Ne consegue che, in ogni personaggio, c'è qualcosa che ci sfugge. Di qui che ogni personaggio compia azioni impreviste, oltre a quelle prevedibili. Perciò, quando si passa dall'analisi della trama a quella dei personaggi, le possibilità di sbagliare aumentano.
Tutto ciò mi ha trattenuto finora dal dire che ne penso di Piton. Presto sapremo se davvero Piton esegue l'ordine di Silente quando gli dà il colpo di grazia. Ammettiamo che la ricostruzione delle azioni sia corretta. Che cosa ci dicono le azioni di Piton sul personaggio?
Se la nostra comprensione delle sue azioni fosse quella che finora ha avuto Harry, il personaggio sarebbe sgradevolissimo. Ma sembra che Silente la pensasse diversamente: era molto deciso nel respingere ogni insinuazione contro la fedeltà di Piton. Se Silente, come credo, aveva ragione, Harry dovrà rivedere la propria opinione. Un ripensamento di tali proporzioni potrebbe riempire un intero capitolo del 7° libro.
Se invece facciamo nostra la prospettiva di Silente, come appare Piton ai nostri occhi?
Quando Piton fugge da Hogwarts, Harry lo accusa di essere codardo. L'accusa è figlia del pregiudizio: Harry sapeva che James aveva dato a Piton del codardo.
Non potrebbe esserci nulla di più ingiusto. Non accuso Harry: con quello che sa, non poteva pensarla diversamente. Ma noi dovremmo sapere di più. Dovremmo sapere che dal ritorno di Voldemort in poi Piton sta correndo un rischio mortale per proteggere Harry. Ora, si potrebbero trovare molte persone disposte a rischiare la vita, ma quasi tutte chiederebbero in cambio un qualche riconoscimento: almeno l'apprezzamento e la stima delle persone che proteggono. Rischiare la vita per di persone che ci disprezzano è molto più difficile. Perciò Piton è tutt'altro che codardo: anzi, mostra un coraggio fuori dal comune.
A ciò si aggiunge l'amore di Piton per Lily Potter, amore cui Lily risponde dapprima con bontà e simpatia. Quando Harry si affaccia ai ricordi di Piton, scopre il peggiore fra tutti: quello in cui James è suo rivale, vittorioso nella battaglia per il cuore di Lily. James non ha esitato a umiliare Piton per pavoneggiarsi davanti a Lily. Piton, umiliato e offeso, ha reagito in malo modo: chi non l'avrebbe fatto? Al colmo dell'umiliazione, dice di non avere bisogno dell'aiuto di una sporca Mezzosangue come Lily. Lily, che prima lo aveva difeso, diventa fredda. Piton ha offeso la persona che amava. Ecco perché il ricordo è il suo peggiore ricordo: non perché è stata messa in luce la sua biancheria, ma perché si è mostrato sprezzante verso Lily.
In questo modo, si apre uno spiraglio sul pentimento di Piton. Sappiamo che Piton ha ascoltato la prima parte della profezia, e che l'ha riferita a Voldemort. Contro le aspettative di Piton, Voldemort ha deciso di uccidere proprio il figlio di James e di Lily. James è stato ucciso e suo figlio si è salvato, ma a costo della morte di Lily. Si può immaginare il rimorso di Piton. Di certo non voleva che Lily fosse uccisa, forse aveva anche pregato Voldemort di risparmiarla, ma Voldemort non si è fermato. Piton allora si sente responsabile della morte di Lily. Prima, quando Lily lo difendeva, ha risposto con un insulto; poi ne ha causato oggettivamente la morte. Ce n'è abbastanza per nutrire un odio profondo verso se stesso (vedere un commento di Giada al post datemi un punto d'appoggio, dove viene riportata l'intervista all'attrice che interpreta Luna Lovegood).
Solo l'amore poteva temperare la repulsione di Piton verso se stesso, generando il pentimento, cioè il rinnegamento profondo delle azioni commesse. Mai più avrebbe tradito le persone che amava. Piton vorrebbe vedere in Harry il figlio di Lily, e lo protegge nei fatti. Non può fare a meno però di riconoscere in Harry gli atteggiamenti di James: sembra che Harry non riesca a vedere Piton se non dalla prospettivva di James. Non riesce a vedere il buono che c'è in Piton, come facevano Lily e Silente. Di qui il rancore di Piton verso Harry, che si rifiuta di capire quello che Piton sta facendo.
Pensiamo ora al prezzo che Piton deve pagare per eseguire l'ordine di Silente. Silente era l'unico che aveva creduto in lui e nell'autenticità del suo pentimento. E ora gli viene chiesto di nuovo di colpire proprio l'unica persona che lo ama.
Se volessimo definire il ruolo di ciascuno, Harry è l'eroe positivo della saga, quello che sopravvive. Silente è piuttosto il mentore, il saggio buono che conduce Harry alla maturità. Piton è l'eroe tragico, quello che non riesce a liberarsi dalla morte. Quello che va incontro alla morte, qualsiasi cosa faccia.
Come ho scritto all'inizio, di tutto questo non posso essere sicuro. Nessun personaggio rivela tutto se stesso. Ma preferisco avere compassione e cercare il buono che c'è in Piton. Qualcuno direbbe che questa era la debolezza di Silente, oltre che di Lily. A me sembra piuttosto la sua forza. Debole o forte che fosse, Silente è morto, ma sarebbe contento di sapere che nel mondo c'è un po' più di amore.

gruppi di studio per la lettura in inglese?

Mi rendo conto che, per chi non è abituato a leggere in lingua inglese, la lettura delle 700 pagine di The Deathly Hallows può essere un compito difficile. Che cosa si potrebbe fare?
Mi viene da pensare che forse potreste aiutarvi a vicenda, per gruppi omogenei: se ci fossero coetanei che risiedono nella stessa città, forse potrebbero lavorare insieme.
Oppure si potrebbe usare lo strumento del blog: i servizi di gmail rendono molto facile aprirne uno. Qualche lettrice particolarmente interessata potrebbe lanciare un blog, e lì proporre alcune frasi importanti del libro inglese, e forse una prima traduzione. Nei commenti si potrebbero proporre nuove traduzioni. Ovviamente, non si possono tradurre 700 pagine, ma forse alcune pagine chiave sì. A mia volta, potrei visitare il blog e dare una mano ogni tanto.

commenti moderati

Ho visto che cominciano ad apparire commenti che contengono anticipazioni. Alcune possono essere vere, altre sono certamente false, perché contraddittorie.
Non penso che sia utile ragionare su dati la cui verità è incerta, specie quando potremo leggere fra pochi giorni la versione della Rowling. A questo punto mi sembra molto meglio farsi guidare dall'autrice, di cui ci fidiamo e che ha dimostrato di padroneggiare l'arte narrativa, piuttosto che non da sconosciuti.
Ho deciso perciò di attivare la moderazione dei commenti: nei prossimi giorni leggerò i commenti prima della loro pubblicazione. Se vedessi che cercano di rovinare la sorpresa, li pubblicherò soltanto a fine luglio.
L'unico svantaggio di questa procedura è che i commenti innocui potrebbero apparire con qualche ora di ritardo. Vi prego di avere pazienza.
Lo scopo, come sempre, è quello di divertirsi il più possibile. Qualche volta, per farlo, occorre sapere aspettare.

martedì 17 luglio 2007

calendario del blog

Quando uscirà il 7° libro, penso che sarà opportuno lasciare un certo tempo per leggerlo tranquillamente, senza fughe di notizie. Mi sembra che sarebbe meglio evitare post e commenti che interferiscano con la lettura o rovinino la sorpresa. Perciò sospenderò le pubblicazioni per una settimana, a aprtire dall'uscita del libro. Può darsi che debba chiudere già il 20 per altri impegni.

Per quanto riguarda i commenti, si potranno scrivere, ma ne sospenderò la pubblicazione fino al 29 luglio. Anche se non li vedrete perciò comparire subito sul sito, verranno però registrati.

Dopo la riapertura, daremo per scontata la lettura del libro. Se a qualcuno occorresse più tempo per finire, consiglio di aspettare a visitare il blog.
Mi piacerebbe sapere se pensate che una settimana basti per leggere il libro, o se pensate che occorra più tempo.

Nei prossimi giorni è probabile che su internet ci siano anticipazioni. Per i motivi indicati sopra, eviterò di commentarle. Arrivati a questo punto è meglio aspettare qualche giorno e leggere il testo autentico.

Invece per qualche giorno potremo continuare a discutere sulla base dei volumi già pubblicati.

lunedì 16 luglio 2007

Silente, Lily e la protezione di Harry

La chiave di volte delle proposte avanzate su questo blog è il post sul segreto di Silente (la fine di Harry Potter: il segreto di Silente). Grazie alle vostre osservazioni, ho potuto successivamente raffinare la ricostruzione.
Lo studio della scena della grotta ha messo in luce che ancor prima di bere Silente sapeva che la pozione poteva essere mortale (anche se prevedeva che non lo fosse subito), ma che la beveva ugualmente perché riteneva necessario distruggere la horcrux e voleva preservare la vita di Harry, che pure si offriva di bere. Silente dice espressamente che la vita di Harry vale più della sua e che beve alla sua salute: cioè augurando a Harry la vita (la fine di Harry Potter: e se la pozione la uccide?).
Quando Piton scaraventa Silente giù dagli spalti, Silente era già spacciato e lo sapeva. Perciò supplica Piton di mantenere la promessa fatta col voto infrangibile, dando il colpo di grazia.
Fin qui ho riassunto i post precedenti. Ora vorrei aggiungere qualcosa sul sacrificio, per rispondere alla principale obiezione che mi è stata rivolta. Non dovrebbe essere Voldemort a uccidere Silente, se lo scopo è quello di restituire a Harry la protezione contro Voldemort?
Mi potrei accontentare di rispondere che la pozione mortale che uccide Silente è stata preparta da Voldemort che, una volta bevuta quella, Silente è spacciato.
Ma mi sembrerebbe di restare in superficie. Mi preme riflettere ancora sul senso del sacrificio della vita. Da dove il sacrificio della vita ricava la propria efficacia? Qual è la forza capace di deflettere persino l'avada kedavra, ritorcendolo contro il suo autore?
Una formula magica non basta. Persino nel mondo dei maghi, gli incantesimi importanti traggono la propria forza dall'intenzione di chi li pronuncia. Nel Calice di Fuoco, quando spiega le maledizioni senza perdono, Malocchio Moody sottolinea il punto. Nell'Ordine della Fenice, quando Harry tenta di colpire Bellatrix con la maledizione crucio, Bellatrix lo schernisce: "Mai usato una maledizione senza perdono prima d'ora, ragazzo? (...) Devi volerle davvero (You need to mean them), Potter! Devi davvero voler causare dolore – devi goderne: una giusta indignazione non mi farà male a lungo" (mia traduzione).
Ci vuole l'intenzione. Senza intenzione di uccidere, l'avada kedavra non uccide. La forza dell'avada kedavra scaturisce dall'odio.
Analizziamo ora ciò che è accaduto quando Lily ha dato la vita per difendere Harry. Voldemort voleva davvero uccidere Harry, e ne era capace. Lily però si è interposta e, nel tentativo di salvare Harry, ha suscitato una protezione ancora più potente. Alla fine della Pietra Filosofale Silente spiega che la forza che protegge Harry è l'amore di Lily che voleva salvarlo. All'intenzione omicida di Voldemort si è contrapposta l'intenzione di Lily, che ha amato il figlio più della propria vita. Lily non ha fatto incantesimi verbali. Ma la forza che salva Harry è la forza dell'amore, ancora più forte dell'odio.
Ora, è l'amore la motivazione che spinge Lily ad affrontare la morte, ed è perciò l'amore che trasforma la morte di Lily in sacrificio della vita. Non è la maledizione scagliata da Voldemort, né l'odio che dà forza alla maledizione, a proteggere Harry.
Domandiamo ora: qual è la forza che trasforma la morte di Silente in sacrificio? Ancora una volta, è l'amore. L'amore che si spinge fino a dare la vita per un amico. Non è qualcosa che venga fatto da un malintenzionato. Non dovremmo cercare incantesimi verbali, per attribuire loro la rinnovata protezione di Harry. Non sono le formule a fare della morte un sacrificio, è l'intenzione con cui Silente va incontro alla morte.
Mi sembra che qui siamo al cuore delle convinzioni di Silente e della stessa Rowling.

domenica 15 luglio 2007

sceneggiatura e regia dell'Ordine della Fenice

Gli spettatori dell'Ordine della Fenice, invitati a scrivere le loro impressioni sul film, hanno concordemente espresso una certa delusione. Se si volesse analizzare ulteriormente di che cosa sono stati delusi, l'elemento su cui quasi tutti concordano è la sceneggiatura. L'Ordine della Fenice è il primo film di Harry Potter la cui sceneggiatura non è stata scritta da Steve Kloves. PEr fortuna la produzione è corsa ai ripari, e il Principe Mezzosangue è stato di nuovo affidato a Steve Kloves.
Il lavoro dello sceneggiatore avviene dietro le quinte: si tratta della preparazione di un testo scritto nel quale la narrazione viene articolata in scene e vengono redatti i dialoghi che dovranno poi essere recitati dagli attori.
Per i film ricavati da libri già esistenti, si parla di sceneggiatura non originale. Il lavoro consiste in questo caso non nell'inventare daccapo la storia, ma nello scrivere il racconto in forma adatta ad essere presentata sullo schermo. La soppressione dei lunghi dialoghi finali ra Harry e Silente, che nei libri contengono la chiave d'interpretazione della vicenda, non potrebbero essere riproposti come tali. Non si può proporre sullo schermo un attore che si profonde in lunghe spiegazioni.
Come termine di paragone si potrebbe pensare al Consiglio di Elrond nel Signore degli Anelli: nel libro la maggior parte del capitolo è assorbita dal lungo racconto di Gandalf. Gli sceneggiatori hanno dovuto ridistribuire il contenuto del discorso di Gandalf: anziché fare raccontare da Gandalf l'accaduto, hanno preferito mostrarlo man mano che accadeva. La conseguenza è che la prigionia di Gandalf è già nota allo spettatore, mentre non lo è a Frodo e al lettore. Lo spettatore, anziché seguire la vicenda dal punto di vista di Frodo, la vede da una prospettiva globale: la telecamera fissa il suo sguardo ora su Isengard , ora sull'Eriador e su Imladris. Ma di questo parlerò a lungo nel blog sul Signore degli Anelli che partirà a fine settembre.
Vorrei ora tornare a Harry Potter, ma spero con la consapevolezza del gravissimo problema che lo scenggiatore ha dovuto affrontare con tutti i discorsi di Silente. Non poteva proporli in blocco alla fine. Non gli restava che sopprimerli, o anticiparne il contenuto nel corso del film. Di qui i goffi riferimenti all'amore, che apparivano inopportuni, perché fuori contesto.
Non solo: ma se si anticipano le spiegazioni che nel libro Silente dà alla fine, si compromette la sorpresa e perciò la tensione.
Il compito era difficilissimo. Per questo lo sceneggiatore può essere anche più importante del regista, come ben sanno i produttori anglosassoni. Era Steve Kloves, lo sceneggiatore, che faceva stare in piedi i primi due film, diretti da Chris Columbus.

giovedì 12 luglio 2007

avviso sospensione il 13 e 14 luglio

Avviso i lettori che la pubblicazione di post e di commenti verrà sospesa venerdì 13 e sabato 14 luglio. Nessuna superstizione: semplicemente, non potrò accedere a un computer.

Chi desiderasse scrivere un commento può farlo, ma dovrebbe tenere presente che lo vedrà pubblicato domenica 15.

che cosa cambia nel prigioniero di Azkaban

Oggi discutevo con un amico delle differenza fra il libro e il film del prigioniero di Azkaban. Cercavamo di capire quale fosse la differenza significativa per la trama dei libri successivi.
Finora le ipotesi si concentravano sul cimitero di Hogwarts e sugli occhi verdi che Harry eredita da Lily. Ma chi ha rivisto il film non ha trovato il cimitero; gli occhi, invece, sono una cosa che tutti notano in Harry. Forse nel libro non lo diceva Lupin in quella scena specifica, ma ci sono altri personaggi che lo dicono.

Invece c'è una cosa che Lupin dice e che è esclusiva del film: Lupin dice a Harry che Lily sapeva trovare quel che di buono c'è nelle persone. Questo non viene detto nel 3° libro, e questo sì che sembra importante.

Nel 6° libro Harry ha l'impressione che Silente si lasci indurre a bere la pozione dalla sua inguaribile propensione ad attribuire buone intenzioni a tutti, persino a Voldemort. Nel caso di Lily, chi potrebbe essere il personaggio gratificato della sua comprensione? Non Voldemort; più probabilmente, lo stesso Piton.

Non solo, ma la Rowling ha detto in un'intervista che, a differenza di Voldemort, Piton ha conosciuto l'amore, e che per questo motivo la sua prima adesione a Voldemort è tanto più colpevole.

Penso che saremmo fuori strada se pensassimo che Piton uscisse con Lily. Non sarebbe più semplice pensare che Lily abbia saputo voler bene persino a Piton, e perciò riconoscere il buono che c'è anche in lui?

mercoledì 11 luglio 2007

Ordine della Fenice

Temo che non riuscirò a vedere presto l'Ordine della Fenice. Sarei grato ai lettori che volessero raccontare che cosa hanno ricavato dalla visione.
In generale, i cambiamenti rispetto al libro possono essere significativi.
In particolare, sarebbe utile sapere se nell'albero genealogico di casa Black si trova Regulus, se fra le cianfrusaglie c'è un medaglione, fino a che punto Kreacher arriva l'anormalità di Kreacher, se nelle parole della profezia ci sono cambiamenti rispetto al libro, la morte di Sirius e altri punti che abbiamo discusso nel blog. Già che ci siamo, varrebbe la pena di valutare se si ha l'impressione che Silente avrebbe voluto uccidere Voldemort e, in caso affermativo, perché non lo fa.
Sarebbe interessante sapere che aspetto ha il velo delle anime. Un lettore ha suggerito che la sala dove si trova il Lethifold sia l'antica sede del Wizengamot, e che il Lethifold servisse per eseguire le sentenze capitali. Aggiungerei, finché la pena di morte era in vigore in Gran Bretagna.

domenica 8 luglio 2007

memoria liquida

C'è un altro aspetto da indagare a proposito della pozione bevuta da Silente.
Dicevamo ieri che, secondo Silente, a Voldemort non interessa che chi beve la pozione muoia subito. Perché? Perché a Voldemort interessa sapere come mai qualcuno è così interessato a prendere il medaglione. Finora non ci siamo interessati al modo in cui Voldemort potrebbe ricavare dati utili. Come potrebbe farlo?
Suggerisco che la pozione abbia la capacità di serbare memoria delle parole di chi la beve. L'intruso deve restare in vita mentre beve. Che vantaggio potrebbe averne Voldemort, se non quello di potere ascoltare una sorta di registrazione delle cose dette dall'intruso mentre sta bevendo?
Alcune delle parole che Silente racchiuderebbero perciò ciò di cui Voldemort vuole essere informato. Voldemort pensava di avere provveduto perché sull'isola potesse arrivare un solo mago alla volta. Dalla preghiera di non essere costretto a bere, Voldemort può ricavare il dato essenziale chi sta bevendo non è solo.
Non è tutto qui, però: Silente, penetrando per la seconda volta nella grotta, si troverebbe nella condizione di chi fa scattare la "registrazione". Dovremmo aspettarci di ascoltare la "registrazione". Con la differenza che Voldemort non avrebbe bevuto la pozione. Quando Silente la beve, le sue reazioni si mescolano con quelle del suo predecessore. Cioè di Kreacher, nella ricostruzione che ho proposto.
Così si spiegherebbero alcune parole che sembrano strane in bocca a Silente né si addicono al contesto del dialogo con Harry: "Non far loro del male, piuttosto fai male a me". Se fossero le parole del primo che ha bevuto la pozione? Se fossero parole di Kreacher? Sarebbe abbastanza tipico di un elfo domestico chiedere di essere punito con pene corporali. Sappiamo che Kreacher parteggia per il Signore Oscuro. A che cosa non vuole fare male?
Immaginiamo che Voldemort ascolti queste parole. A che cosa penserebbe? Quali sono per lui le cose preziose che cerca di proteggere, perché teme che siano danneggiate? Forse le horcrux?

sabato 7 luglio 2007

e se la pozione la uccide?

Nella grotta, Silente commette un errore: pensa che la horcrux sia ancora lì. Sembra a Harry che commetta un altro errore fatale, bevendo la pozione.
Silente: Posso solo supporre che questa pozione debba essere bevuta. (...)
Harry: Ma... e se la pozione la uccide?
Silente risponde che Voldemort non avrebbe voluto che la pozione uccidesse la persona che raggiungeva l'isola.
Harry pensa che Silente si reso cieco dalla volontà di vedere il bene in ogni persona. Il fatto che poi la pozione si riveli mortale, ci porta ad avallare il parere espresso da Harry. Ma davvero Silente s'inganna? Proviamo a rileggere quello che segue facendo l'ipotesi che non s'inganni.
"Scusa, Harry. Avrei dovuto dire: non avrebbe voluto che uccidesse subito la persona che raggiungeva l'isola," si corresse Silente.
Osserviamo: a Silente non sfugge che, per gli scopi di Voldemort, bastava che la pozione uccidesse dopo un certo tempo. Di conseguenza, l'effetto ritardato della pozione non sorprende Silente.
Harry domanda di nuovo: Perché non posso invece bere io la pozione?
Risposta di Silente: Perché io sono molto più anziano, molto più sveglio, e di molto minor valore.
Silente afferma espressamente che ai suoi occhi la sua vita vale meno di quella di Harry, e che questo è il motivo per cui beve lui la pozione.
Dice anche di essere cleverer, più acuto, più pronto d'intelletto. E soggiunge, portando il calice alla bocca: “Alla tua salute, Harry.”
Sembra un solito brindisi. Bisognerebbe essere clever come Silente per prendere alla lettera l'espressione: Silente beve la pozione per preservare la salute di Harry.

venerdì 6 luglio 2007

Piton e il sacrificio di Silente

Una volta ammesso che sulla torre Silente sacrifica la vita, ci si potrebbe domandare se davvero lo fa a favore di Harry. Phoenix suggerisce che lo faccia a favore di Draco.
Ora, è vero che, quando Silente parla con Draco, Harry è ormai in salvo, ma lo è perché Silente gli ha detto di indossare il mantello, evidentemente prevedendo che in tal modo, una volta immobilizzato, sarebbe stato al sicuro.
Quando sta arrivando Draco, Silente immobilizza Harry invece di difendere se stesso, e così viene disarmato. Il motivo immediato per cui Silente è disarmato è la sua volontà di salvare Harry piuttosto che se stesso.
Poi cerca di salvare anche Draco. Ma ormai Silente è spacciato: se anche Draco non lo uccidesse, lo ucciderebbero altri. La differenza è tutta per Draco, che così non è un assassino, ma non per Silente, che non è più in grado di difendersi dai seguaci di Voldemort che accorrono. Non si può perciò dire che Silente si sacrifichi: lo aveva già fatto.
Se poi diciamo che Silente era già compromesso da quando ha bevuto la pozione, allora a maggior ragione si dovrebbe escludere che sacrifichi la vita per salvare Draco, che non era con lui nella grotta. Nella grotta c'era Harry, e Silente sceglie di bere lui la pozione, per proseguire la missione senza danneggiare Harry.
Sulla torre sembra che Silente consideri ormai necessaria la propria morte. Quello che chiede a Piton è di evitare di svelarsi, ma anzi di rafforzare la propria copertura agli occhi di Voldemort.

L'efficacia del sacrificio di Silente non deriva dal fatto che l'uccida Piton, ma dal rischio corso bevendo la pozione e paralizzando Harry sulla torre. In entrambi i casi Silente sa di mettere a rischio la vita pur di proteggere Harry.

Detto ciò, diventa anche possibile che Silente stesse già morendo quando Piton lo colpisce. Diventa anche possibile che Piton abbia solo simulato l'avada kedavra. Sulle prime ero riluttante ad accettarlo, nel timore di sollevare la falsa speranza che Silente non fosse morto. Una volta che è chiaro per tutti che è morto davvero, possiamo sollevare il dubbio che Piton non abbia veramente scagliato l'avada kedavra. Molti hanno osservato che di solito chi ne viene colpito si affloscia sul posto, non viene scagliato via. Lo stesso Piton è maestro degli incantesimi pronunciati solo mentalmente. Piton ne ricorda persino l'importanza a Harry, mentre fugge da Hogwarts.

Silente ha bevuto una pozione mortale per un mago, nonché dannosa per i più robusti elfi domestici. Con un notevole esercizio di understatement anglosassone, Silente dice a Harry che non era una pozione di guarigione.

Il punto mi sembra ora ancora più importante, in quanto la pozione che uccide Silente è stata preparata da Voldemort.

Piton e il mantello

Nel Prigioniero di Azkaban Harry, protetto dal mantello dell'invisibilità, rischia di essere scoperto da Piton. Viene poi salvato dal falso Malocchio Moody. Il sollievo ci ha forse impedito di porci la domanda: ma allora Piton sa che Harry ha il mantello? E come lo sa?
Abbiamo due indizi da sfruttare:
1) Piton ha dato a Silente prova del proprio pentimento;
2) Silente ha ricevuto il mantello dell'invisibilità di James.
Come compaginarli? Piton potrebbe essere stato sulla scena dell'omicidio dei genitori di Harry, protetto dal mantello dell'invisibilità.
Poi avrebbe portato il mantello a Silente. Che ne dite?

giovedì 5 luglio 2007

brama e benevolenza

Resta ancora un punto da chiarire sul legame fra Harry e Silente. Un punto che potrebbe essere importante per capire come tale legame può difendere Harry da Voldemort. Qualcuno ha detto: se Harry fosse protetto prima dalla madre, poi da Silente, il suo ruolo non sarebbe un po' passivo?
La prima risposta sarebbe che il momento di passività c'è già stato, quando, alla fine del Principe mezzosangue, Harry viene paralizzato da Silente, perché resti al riparo sotto il mantello dell'invisibilità. Come potremmo spiegare il ruolo attivo di Harry? Avevo accennato che Harry non si limita ad essere amato, ma è capace a sua volta di amare.
Per approfondire la questione, abbiamo incominciato a indagare sui significati dell'amore, distinguendo l'amore che unisce genitori e figli, l'eros, o amore degli innamorati, e l'amicizia.
In ciascuna di queste forme di amore sono in azione due forze diverse: la brama e la benevolenza.

Cominciamo dalla brama. Potremmo dire che Ron brama il cibo che sazia la sua fame, Harry e Ron bramano la vittoria nel gioco del Quidditch, così Harry undicenne brama la vista dei genitori, e ritorna perciò allo specchio delle brame. Sono esperienze più o meno nobili, che hanno in comune il volere qualcosa per sé. Si basano perciò su un bisogno che si cerca di saziare. Quanto più grande è il bisogno che si avverte, il vuoto che si cerca di colmare, tanto minore è la libertà di scelta. In qualche modo, si ha l'impressione che non ci sia tempo di fermarsi a pensare.

Persino l'amore di Ron verso Fleur e poi verso Lavender sembra essere di questo genere. Prima di sapere che sia Fleur, Ron vorrebbe essere guardato da lei, vorrebbe baciarla. Desiderio impossibile, ma due anni dopo Ron passa all'azione nel suo rapporto con Lavender. A Ron, in fondo, non interessa neppure conoscere bene Lavender: gli basta che soddisfi il suo bisogno. In fondo Lavender viene ridotta a un oggetto, che si usa e poi si mette da parte quando non serve più.
Che cosa è mancato fra Ron e Lavender? Forse un vero interesse per la persona. Ron in fondo non ha mai stimato Lavender. Gli piaceva, sì, ma la stima era per Hermione. Chi veramente conta per Ron è Hermione. Per questo, forse, lo disturba così profondamente che Hermione si sia lasciata andare ad affettuosità con Krum, che conosceva appena. La brama riduce la persona a una cosa che si vuole per sé. Quando si vuole bene a una persona, non la si usa. Si vuole il suo bene, non il proprio.

L'intreccio di brama e benevolenza è abbastanza chiaro nell'eros. Ma siamo sicuri che affetti familiari e amicizia siano esenti da questo intreccio?

martedì 3 luglio 2007

il Prigioniero di Azkaban

Per trarre un film da un libro, occorre un lavoro paziente dello sceneggiatore, che deve adattare allo schermo un racconto che era stato pensato per la lettura. Lo sceneggiatore è colui che scrive il testo che contiene la scansione delle scene e tutti i dialoghi. Rispetto al narratore, lo sceneggiatore deve assoggettarsi a molte limitazioni. Può scrivere soltanto quanto può essere detto o mostrato sulla scena. Non può permettersi spiegazioni: la voce fuori campo rovina il film. Deve escludere tutti i pensieri dei personaggi. E così via. Deve lasciare fuori molto materiale, Il regista deve anche introdurne dell'altro: se la narratrice può anche lasciare indeterminato qualche aspetto di ciò che si vede, il regista deve invece scegliere.

La Rowling ha dichiarato che Alfonso Cuarón, regista del Prigioniero di Azkaban, ha aggiunto qualche cosa di importante per Harry Potter 7°. Il bello è che lo ha fatto senza sapere che cosa sarebbe accaduto nel 7°. Ma la Rowling, che lo sapeva, ha approvato la modifica.

Qualcuno saprebbe identificare questo elemento che c'è nel 3° film e non nel 3° libro?

ripensamento sull'osso del padre

I commenti dei lettori mi inducono a ripensare al ritorno di Voldemort alla fine del Calice di fuoco. Quando domandavo la fine di Harry Potter: l'osso del padre è una horcrux? ero consapevole che, nel proporre che l'asso del padre di Tom Riddle fosse una horcrux, mi discostavo dall'interpretazione di Silente, che calcolava 6 horcrux, oltre al frammento di anima che è nel corpo di Voldemort. Pensavo perciò che l'osso del padre fosse una sorpresa anche per lui.

Il commento firmato da phoenix2 il 2 luglio mi ha convinto del contrario. Abbandono perciò l'idea che la horcrux creata da Voldemort in occasione dell'omicidio del padre sia l'osso del padre. Phoenix ricorda che Voldemort nutriva disprezzo per le proprie origini babbane, e invece sceglieva come horcrux oggetti che riteneva degni di stima. Sembra piuttosto che la horcrux sia il medaglione di Serpeverde, che ora abbiamo visto sulla copertina di The Deathly Hallows, edizione per adulti della Bloomsbury.

Alla luce di questo, occorre rivalutare l'idea di Silente che l'identità personale, l'io o self di Voldemort, sia preservata dal frammento di anima rimasto nel suo corpo dopo la creazione delle horcrux. Il corpo che abitava sarebbe stato distrutto quando Voldemort aveva cercato di uccidere Harry ancora bambino. Se Voldemort non avesse creato alcuna horcrux, la sua anima avrebbe abbandonato per sempre il mondo, come accade agli altri. Avendo creato le horcrux, rimane in qualche modo legata al mondo dei vivi, dove conduce un'esistenza spettrale e impotente. Sembra che lo stesso frammento di anima ricuperi un corpo grazie alla magia nera operata da Codaliscia alla fine del Calice di fuoco.

possibile e probabile

Ormai sono molte le ipotesi avanzate su queste pagine. Alcune di esse mi sembrano probabili, altre soltanto possibili. Finché non sarà uscito Harry Potter 7°, il finale resta per noi indeterminato. L'indeterminazione apre lo spazio per formulare congetture.

Abbiamo cercato di evitare di scrivere "secondo me", come se fosse un argomento decisivo, per il semplice fatto che non siamo noi a scrivere la storia. Non siamo un'autorità: l'unica autorità è l'autrice, la Rowling. Così siamo stati costretti a spremerci le meningi, per cercare sostegno alle nostre ipotesi negli scritti o nelle interviste della Rowling. Se una ipotesi venisse contraddetta dalla Rowling in persona, vorrebbe dire che non c'è spazio per l'ipotesi nel mondo fantastico creato dalla Rowling. Se invece un'ipotesi non è contraddetta dagli eventi già accaduti o dalle dichiarazioni della Rowling, allora è possibile che si avveri in Harry Potter 7°.

In alcuni casi i riscontri di fatto sono tali che una possibilità è più probabile delle altre: gli argomenti che si possono addurre a riprova sono più forti di quelli contrari.

L'ipotesi sull'osso del padre mi sembra meramente possibile. Da essa dipendono i suggerimenti sulla tensione drammatica legata alle horcrux rimanenti; tali suggerimenti sono una possibilità che dipende da una possibilità: la loro probabilità è ancora più bassa.

Le ipotesi sul sacrificio di Silente (vedi la fine di Harry Potter: il segreto di Silente) e sul ruolo di Kreacher mi sembrano invece probabili, perché consentono di spiegare enigmi altrimenti irrisolti, primo fra tutti il lampo di trionfo che alla fine del Calice di fuoco si disegna sul volto di Silente. In quel contesto, il trionfo è la vittoria su Voldemort. Ma perché la stanchezza successiva? Se proprio Silente si accingesse ad affrontare la morte, si spiegherebbe anche la stanchezza. E poi c'è il risalto crescente dato al legame di amicizia fra Harry e Silente. E poi c'è la congruenza con il messaggio essenziale della Rowling, fermamente convinta che l'amore è più forte dell'odio.

Sul tema fondamentale dell'amore e dell'amicizia occorre ancora dire qualcosa.

lunedì 2 luglio 2007

cominciano a conoscerci

Amici lettori, siamo stati rilevati dal motore di ricerca Technorati. Se il blog ti piace, lo puoi far conoscere ad altri cliccando qui: Add to Technorati Favorites

Siamo anche stati citati in blogosfere, che molti di voi leggono. Ringrazio l'editore per l'interesse che ha manifestato per le nostre ipotesi.

copertine di Bloomsbury

Ecco la copertina di Bloomsbury, edizione per bambini. Forse è la più ricca di dettagli: Nagini, il patronus di Harry, il trio con un elfo domestico sulle spalle di Harry, che impugna la spada di Godric Grifondoro: c'è da leccarsi le dita.






Qui, invece, la copertina inglese per adulti, con il famos medaglione di Serpeverde. Grazie a Giada per i link!

domenica 1 luglio 2007

Copertine di Scholastic

La copertina dell'edizione per ragazzi pubblicata negli USA da Scholastic. Il trio cavalca un drago, sembra di varietà spinato ungherese

A sinistra, la copertina dell'edizione americana: in prima pagina Harry che indirizza la mano verso una fonte di luce.








In basso a destra, visione d'insieme della copertina americana. Volemort cerca di respingere la luce evocata da Harry.

Nuovo commento: alcune lettrici hanno identificato il drago, che dovrebbe essere un Opaleye degli antipodi. L'occhio è privo di pupilla e ricorda effettivamente un opale.

Mi chiedo da dove salti fuori il drago. Mi verrebbe da pensare che Charlie Weasley, venendo a sapere quanto è successo a Bill, abbia dichiarato guerra a Voldemort, ricorrendo alla risorsa più potente a sua disposizione: appunto i draghi.

la fenice di Silente

La Rowling ha detto diverse volte che La camera dei segreti contiene eventi molto importanti per la trama complessiva. Come promesso, vi propongo un accostamento fra La camera dei segreti e il Principe Mezzosangue. Il filo conduttore è l'intervento di Fanny, la fenice di Silente

Dalla Camera dei segreti, capitolo "Aragog":

Harry non faceva che ripetersi l'ultima frase di Silente: Io avrò lasciato veramente la scuola soltanto quando non ci sarà più nessuno che mi sia fedele... A Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre. Ma a che cosa servivano quelle parole? A chi avrebbero dovuto chiedere aiuto, quando tutti erano spaventati e confusi quanto loro?

Dalla Camera dei segreti, capitolo "L'erede di Serpeverde":

‘E' bastato il ricordo di me a cacciare Silente da questo castello!’ sibilò.
Non credere che se ne sia andato come pensi!’ ribatté Harry. Stava parlando a vanvera, col solo desiderio di spaventare Riddle; sperava che le sue parole fossero vere, ma non osava crederci.
Riddle fece per aprire bocca, ma si fermò.
Da qualche parte risuonò una musica. Riddle si guardò intorno, scrutando con gli occhi la camera vuota. La musica risuonò più forte.

Dalla Camera dei segreti, capitolo "un premio per Dobby":

‘Prima di tutto, Harry, voglio ringraziarti’ disse Silente con occhi di nuovo brillanti. ‘Devi avermi dimostrato una vera lealtà, giù nella Camera. Soltanto quella può avere indotto Fanny ad avvicinarsi a te’.

Dal Principe Mezzosangue, p. 329 (grazie Giada) Silente dice a Harry:

‘Beh, pare che Rufus abbia trovato il modo di metterti alle strette alla fine’.
‘Mi ha accusato di essere l'uomo di Silente, sempre e comunque’.
‘Molto maleducato da parte sua’.
Gli ho risposto che è vero’.
Silente aprì bocca per parlare e poi la richiuse. Alle spalle di Harry, Fanny la Fenice levò un basso, dolce grido musicale. Con enorme imbarazzo, Harry all'improvviso si accorse che i vividi occhi azzurri di Silente erano umidi, e si affrettò ad abbassare lo sguardo sulle proprie ginocchia.

Dal Principe Mezzosangue, La Tomba bianca. Il ministro, dice a Harry:

‘So che eri molto vicino a Dumbledore. Penso che potresti essere stato il migliore discepolo che abbia mai avuto (his best ever pupil: difficile tradurre letteralmente). Il legame fra voi due...’
‘Che cosa vuole?’, ripeté Harry. [...]

‘Una tale lealtà è ammirevole, naturalmente’, disse Scrimgeour, che sembrava trattenere a stento l'irritazione, ‘ma Silente se n'è andato, Harry. Se n'è andato.’
Se ne sarà andato dalla scuola soltanto quando non ci sarà qui nessuno a lui fedele’, disse Harry, sorridendo a malincuore.

Che cosa vi suggerisce questo accostamento? A me fa pensare che Fanny abbia ancora un ruolo da giocare. Questa volta, però, non necessariamente legato a Hogwarts. Harry intende lasciare Hogwarts per cercare Voldemort.

Il legame fra Harry e Silente viene compreso da Scrimgeour come il legame fra discepolo e maestro. Ma Harry l'interrompe. Il legame c'è, ma è qualcosa di più.

soltanto amicizia?

Silente non è padre di Harry. Il padre è James, che è morto. Sirius diventa, per breve tempo, il padre adottivo di Harry. Silente no. Il legame che unisce Harry a Silente è l'amicizia. Soltanto amicizia. Il legame che unisce Harry a Ron è l'amicizia. Soltanto amicizia. Il legame che unisce Harry a Hermione è l'amicizia. Soltanto amicizia?

Che cosa vuol dire "soltanto amicizia"? Forse che l'amicizia è la forma più debole di amore?

Potrebbe sembrarlo. All'amicizia ci si può sottrarre. Harry può essere amico di chi vuole e quando vuole. Invece, sembra che né Lily Potter né Narcissa Malfoy possano fare a meno di amare ciascuna il proprio figlio, correndo tutti i rischi necessari. Una madre ama il figlio che ha, sia esso Harry e Draco, non lo sceglie.

L'amicizia non trascina come l'eros. Dopo la morte di Cedric Diggory, Cho si prende una cotta per Harry quasi senza volere; anzi, si sente un po' in colpa, quasi fosse infedele alla memoria di Cedric. Quando Harry rbacia per la prima volta Cho, l'eros sembra fare sparire tutto il resto. Harry vede solo Cho, sente solo Cho. Non ha né la forza né il desiderio di resistere all'eros.

L'amore materno e l'eros tendono all'esclusività e conoscono perciò la gelosia. La madre non ha occhi che per il figlio piccolo. I fratelli maggiori si sentono soppiantati e diventano gelosi.

Gli innamorati si perdono nella contemplazione della persona amata. Non hanno occhi che per lei. Guai se lei guarda qualcun altro. Subito nasce la gelosia. Gelosia di Ron nei confronti di Krum, così forte che dura anni; gelosia di Harry nei confronti di Cedric, per l'amore di Cho; gelosia di Harry nei confronti dei successivi pretendenti di Ginny.

Gli amici non sono gelosi. Ron è geloso di Krum perché s'innamora di Hermione, ma non di Harry: sa che Harry è amico, non innamorato di Hermione. Hermione non è gelosa di Cho, perché a sua volta è amica di Harry, non innamorata.

L'amicizia non è esclusiva. Può legare diverse persone alla volta, rendendole tutte più forti.

Che cosa dice Silente, quando annuncia alla scuola la morte di Cedric Diggory?

‘L'abilità di Voldemort nel seminare discordia e inimicizia è molto grande. Possiamo combatterla solo mostrando un legame altrettanto forte di amicizia e fiducia. Le differenze di abitudini e linguaggio non sono nulla se i nostri scopi sono gli stessi e i nostri cuori sono aperti.’

Silente che si lascia andare al moralismo? Sono parole vuote e generiche? Oppure c'è un messaggio specifico?