mercoledì 22 agosto 2007

avviso sul calendario

Cari lettori,
purtroppo nelle prossime tre settimane, cioè fino al 15 settembre, avrò un accesso ridotto a internet. Probabilmente potrò leggere la posta un paio di volte la settimana e pubblicare i commenti che avrete inviato nel frattempo. Vacanze un po' tardive, è vero, ma prima non potevo.
Mi dispiace per il rallentamento. Il bello è che che, quando potrò riprendere a postare regolarmente da metà settembre, i lettori di Harry Potter 7° saranno più numerosi.

lunedì 6 agosto 2007

impressioni (spoiler)

Ormai è tempo di condividere alcune impressioni suscitate dalla lettura di The Deathly Hallows.

Senza ancora addentrarmi nella discussione dei contenuti della trama, posso anticipare che gli ultmi capitoli del libro sono avvincenti. Dal "racconto del Principe" fino allo scontro finale è difficile interrompere la lettura: la tensione è tale che non lo consente. Meglio ancora, gli avvenimenti si snodano con una sorta di necessità intrinseca. Non c'è nulla di gratuito o di inutile. Finisce come finisce per forza di cose.

Il faccia a faccia fra Harry e Voldemort, poi, ha una grande potenza. Sembra di avvertire la forza della verità che lacera il velo delle menzogne e la forza della libertà che abbatte la tirannia.

Ciò detto, posso anche aggiungere che alcune sottotrame mi sono parse inutilmente complicate e alcune magie un po' cervellotiche. Il dubbio che sorge è che alcuni effetti magici servano solo a superare un ostacolo. Ma l'ostacolo allora a che serviva? Mi sembra che il libro avrebbe avuto maggiore unità se fosse stato più breve.

Ma forse questi sentieri laterali andavano imboccati allo scopo di restare un po' più a lungo in compagnia di personaggi cui ormai ci siamo affezionati. E così si giustificano appieno le pagine in più.

E poi, tutto è bene quel che finisce bene...

venerdì 3 agosto 2007

quali delle nostre premesse erano valide? (spoiler)

Tutti i ragionamenti svolti sul blog partivano da alcune premesse. Provo a elencarle:
1) la trama di Harry Potter è coerente: le cose che succedono dopo dipendono da quelle raccontate prima;
2) non ci saranno nuovi viaggi nel tempo;
3) chi muore muore davvero;
4) chi è morto una volta non tornerà più.

La prima premessa è il presupposto di qualsiasi ragionamento sulla trama. Se non valesse, il racconto sarebbe arbitrario, e sarebbe inutile cercare di prevedere alcunché. Il narratore non sarebbe vincolato neppure da ciò che ha già raccontato.

La seconda premessa non si può dedurre dalla prima. Esistono racconti di viaggi nel tempo. In questi racconti, è possibile cambiare eventi che già raccontati, che sembravano condurre alla morte di qualcuno. Il prigioniero di Azkaban si addentra pericolosamente in questo terreno. Tuttavia, la Rowling ha detto molto chiaramente che non ci sarebbero stati altri viaggi nel tempo: lo ha detto esplicitamente nelle interviste, e lo ha fatto capire nella storia stessa, allorché ha comunicato che, nel combattimento che si svolge al ministero della magia alla fine del 5°, tutte le giratempo sono andate distrutte.

La terza premessa non si può dedurre dalla seconda. Si potrebbe immaginare un mondo in cui gli uomini sono liberi di tornare dalla morte. Ciò comporterebbe una conseguenza importante nel modo di concepire l'essere umano: quello che vediamo camminare, mangiare e bere non sarebbe l'uomo, ma una specie di vestito che l'uomo indossa. Come l'ha indossato, così lo può deporre. Eventualmente ne può indossare un altro. Così concepisce l'uomo Socrate, quando, prima di bere la cicuta, dice a Critone che il vero Socrate non è quello che morirà e verrà sepolto, ma è quello che pensa e conosce la verità: è cioè la sua anima. E l'anima non può morire. Se però l'uomo è completo senza il corpo, potrebbe anche reincarnarsi ed assumere un corpo diverso. Più ancora: potrebbe esistere ancora prima del suo corpo, che sarebbe soltanto uno dei molti corpi che può assumere in successione.
Questo non accade nel mondo di Harry Potter: i genitori di Harry sono morti davvero, Sirius è morto davvero, Silente è morto davvero. I genitori di Harry sono veramente sepolti nel cimitero presso Godric Hollow. Ci sono fantasmi, ma non possono godere di un'esistenza piena. Non hanno un vero corpo, ma solo l'immagine del corpo che è stato ucciso. Non godono di una seconda vita, ma restano attaccati alla vita di prima. Nulla di veramente nuovo succede loro: restano legati all'aspetto che ebbero al momento di morire, e sono per così dire fissati su un evento della loro vita. Sono nell'impossibilità di procedere oltre, giacché, se lo facessero, dovrebbero ammettere che sono morti e sepolti. La loro condizione è infelice.

La quarta premessa non si può dedurre dalla terza. Si potrebbe pensare un mondo in cui l'uomo comincia ad esistere come persona quando il suo corpo viene concepito nel grembo materno, a tal punto che quel corpo rimane l'unico corpo di quella persona determinata. In questo mondo non c'è reincarnazione possibile. In questo mondo, la morte è vera morte dell'uomo, e non solo deposizione di un vestito. Ciò non vuol dire che in questo mondo tutto finisca con la morte. Alla fine della Pietra filosofale, Silente dice che la morte è una nuova avventura. Dunque il soggetto dell'avventura persiste: esiste ancora qualcuno, che passa a un nuovo stato di esistenza, in cui può conservare consapevolezza. Si tratta di un mondo in cui l'anima, non l'uomo intero, perdura anche dopo la morte. La morte consiste nella separazione dell'anima dal corpo. Sembra chiaro che questo è il mondo in cui vive Harry Potter. Nel mondo di Harry, con la maledizione avada kedavra si può affrettare la separazione. Tutto questo era chiaro fin da prima di Harry Potter 7°.

Ora, in questo mondo, è impossibile che chi è morto torni alla vita? Se fosse veramente impossibile, non succederebbe mai. Ma sarebbe veramente impossibile soltanto se con la morte io andassi distrutto del tutto. Se cioè non vi fosse nulla di me che persiste. Nel mondo di Harry Potter, l'anima persiste oltre la morte, anche mentre il corpo si decompone nella tomba. Ciò non vuol dire che chi è morto possa tornare alla vita: un conto è che non sia impossibile, un altro è che io che sono morto abbia il potere di farlo. Sembra che i morti non abbiano questo potere.

Ma basta la possibilità perché vi sia qualcuno che tenta l'impresa. Sarei ingenuo se dicessi che ciò che non ho mai visto accadere non può accadere in nessun modo.

E quindi la quarta premessa potrebbe non essere valida, anche se fossero valide le prime tre.

Ho tolto dal post originale un paragrafo che forse era fuorviante, e che aveva motivato il commento sottostante di Danfry. Ho perciò modificato il post nel paragrafo che segue:

Il ritorno alla vita mi sembra cosa diversa da quello che Voldemort tenta di fare con la magia nera delle horcrux. Voldemort non cerca di tornare dalla morte, cerca di evitarla del tutto. Perché? Per la semplice ragione che, per tornare dalla morte, occorre prima morire, e questo è proprio quanto Voldemort non riesce ad accettare. Voldemort teme la morte come il peggiore dei mali e fa di tutto per evitare il dolore che comporta.